UIL: pretestuose le polemiche che circondano la fase che prelude al rinnovo del contratto.

05/08/17

UIL: pretestuose le polemiche che circondano la fase che prelude al rinnovo del contratto

Turi: andiamo oltre la mistica della valutazione e del sono troppi

In un Paese permanentemente in campagna elettorale, evitiamo che la scuola diventi terreno di scontro ideologico

Ogni qual volta che si avvicina un rinnovo contrattuale ricominciano le stucchevoli polemiche sul mondo della scuola. Un film giĂ  visto e rivisto che si ripete immutato negli anni, la diagnosi?
Gli insegnanti sono troppi, rifiutano la valutazione e per questo sono mal pagati.
Poi, ognuno tira fuori la sua ricetta salvifica che minaccia di cambiare il sistema dalle fondamenta con l’unico effetto di peggiorarlo.
Tra autorevoli analisti (OCSE) e tecnocrati di grido (Ragioneria dello Stato), esiste una sostanziale condivisione: entrambi concordano sul fatto che i docenti, in una graduatoria di sfigati, sono posizionati all’ultimo posto.
Condiviso l’assunto (insegnanti fanalino di coda nella classifica europea ) ne sono scaturite molteplici considerazioni, molte delle quali sono caratterizzate da luoghi comuni e da improbabili paragoni con il resto dei paesi industrializzati, prendendo a riferimento il contesto europeo.
La leadership spetta di diritto ai soliti potentati, che hanno determinato l’impoverimento, non solo economico, ma di valori e di riferimenti autorevoli come può e deve essere quello di una scuola fulcro del benessere socio- economico di un Paese. Si sono messi al lavoro ed hanno tirato fuori dagli archivi le solite, arci note ricette e la unanime considerazione di considerare il sindacato il maggiore responsabile.
Certamente sono opinioni e possono solo essere criticate e non confutate, tuttavia, se soprattutto, sono suffragate da numeri e tabelle, allora è il caso di fare qualche precisazione e confutarne almeno i numeri: si continua a parlare di scuola come ammortizzatore sociale considerando che gli insegnanti sono troppi e si prendono a riferimento gli altri paesi per giustificare l’assunto.
Inoltre, si afferma che questo rapporto aumenterà per effetto dell’assunzione di molti precari, quelli che godono evidentemente dell’ammortizzatore sociale, ignorando, scientemente, che questi sono insegnanti precari che vanno in classe e fanno lezione con meno diritti e meno tutele degli altri, quindi, ancora più poveri.
Ma analizziamo i numeri. In Italia e solo in Italia i docenti di sostegno garantiscono un’azione di integrazione unica nel mondo. La vengono ad osservare da tutti i paesi, vengono a valutare le nostre esperienze per poterle utilizzare: finalmente una legge all’avanguardia a parere, ormai, unanime di tutti. Bene questi docenti come è normale che sia, hanno un rapporto con gli alunni di poche unità e, in taluni casi (quelli più gravi) addirittura un rapporto uno a uno (un insegnante, un alunno). Ancora, in Italia si insegna lo strumento musicale ed anche in questi casi, come è normale che sia, il rapporto alunni docente è molto basso. Infine, le ore di lezione in Italia sono le più numerose di tutti i paesi europei.
Fatte queste doverose premesse, considerando tutti i docenti ( esclusi quelli di religione cattolica e di sostegno), siamo ben oltre la media europea: 14,71. Anche oltre i tedeschi.
In particolare dall’esame dei dati dei vari paesi (il dettaglio nella tabella) mostra che siamo all’11, 96 per l’infanzia; all’11,98 per la primaria, all’11,85 per il 1° grado e 12,21 per il 2° grado. Se si aggiungono anche i supplenti annuali la media resta sopra il 10% esattamente all’11,49. Se si sottraggono gli insegnati di sostegno saliamo al 14,07 e poi anche i docenti di religione cattolica, arriviamo al 14,71.
Di solito i numeri, nella loro semplicità, sintetizzano efficacemente la situazione che si analizza, anche se non sempre reggono alla “potenza di fuoco” dei soliti opinionisti. Dobbiamo, però, provare a consentire a ogni cittadino di farsi una propria opinione e, come si sa, le opinioni possono essere criticate, ma non contestate. Alla fine saranno i cittadini a decidere se vogliono una scuola qualunque o una che pensa all’integrazione, alla musica, all’arte, alla libertà di pensiero dei propri figli e dei futuri cittadini.
Il film del “sono troppi rifiutano la valutazione e per quello sono mal pagati”, lo ha già girato il Governo Berlusconi, poco meno di un decennio fa, e tutti sappiamo come finiva:
furono tagliati oltre centocinquantamila posti e sottratti oltre otto miliardi alle casse
del MIUR, ma, nonostante ciò, gli insegnanti italiani hanno continuato ad essere i peggio pagati d’Europa.
Se il Paese non ha smarrito la memoria, gli insegnanti conservano sicuramente un ricordo molto vivo, i fatti sono questi. Continueremo a sentire che sono troppi e che
Diffidate dei nuovi profeti dalle vecchie proposte, (populisti improvvisati) che si avvicinano al tempio della scuola: usano tecniche scioviniste e motivazioni fatue al solo fine di catturare consenso per altri scopi che ben poco hanno a che fare con la scuola della costituzione.
In un Paese permanentemente in campagna elettorale, evitiamo che la scuola diventi terreno di scontro ideologico tra fazioni di affaristi alla continua ricerca di risorse economiche (spacciate come azioni di spending review) da spostare in favore di questa o di quella lobby di turno.

Dati Miur
Anno Scolastico 2016/17 | Studenti e docenti >>> Ecco perché non sono troppi
L’Italia allineata con gli altri paesi europei: c’è un insegnante ogni 14 ragazzi studenti.

Docenti Media docente x studenti Docenti di sostegno Docenti al netto del sostegno Nuova media

docente x studenti Docenti di religione cattolica Docenti al netto degli insegnanti di religione Nuova media
docente x studenti
Totale 7.816.408 680.200 11,49 124.572 555.628 14,07 24.378 531.250 14,71
di cui supplenti 30.262
di cui con disabilitĂ  224.509

Confronto Uil Scuola su dati Miur
La media di studenti per docente deve tener conto almeno di due fattori che non esistono negli altri paesi: la presenza degli insegnanti di sostegno e quella degli insegnati di religione cattolica.
La tabella mostra come il solo dato numerico porta ad un rapporto pari a 11,49 studenti per docente (dato medio) . Se consideriamo anche la presenza dei docenti di sostegno ( non presenti in tutti gli altri sistemi scolastici) il rapporto passa a 14,07. Se poi prendiamo in considerazione l’ulteriore nostra specificità della presenza dei docenti di religione, il rapporto si innalza a 14,71, cifra superiore alla media europea.