CONTRATTO PUBBLICO IMPIEGO: UIL SCUOLA E’ STATA LA PRIMA A DIRE NO ALLA FIRMA.

È davvero fresca la notizia riferita alla non firma della pre-intesa da parte delle categorie CGIL e UIL del pubblico impiego per il rinnovo del contratto Funzioni Centrali.

“ Occorre però ricordare – spiega il Coordinatore Uil Bergamo Pasquale Papaianni – che, nel comparto pubblico, il primo a fare da apripista affermando il proprio no a contratti ritenuti inadeguati o peggiorativi è stato il Segretario Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile. Il quale scelse per primo di non firmare il rinnovo del CCNL scuola 2019-2021. Una posizione decisa, ed oggi appoggiata anche da Uil e Cgil, ma che ha comunque comportato il pagamento di un prezzo alto con il rischio dell’isolamento sindacale”.

Restiamo in attesa di vedere quali saranno le decisioni sul rinnovo del CCNL scuola 2022-2024, alla scadenza del suo triennio e proprio mentre si sarebbe dovuto aprire il tavolo per il CCNL scuola 2025-2027.

“Sul versante del pubblico impiego – continua Papaianni – la presa di posizione delle due organizzazioni sindacali, seppur manifestatrice di una certa disponibilità all’apertura e al dialogo, anche attraverso il coinvolgimento dei lavoratori, è densa di un forte sentimento di malessere, abbastanza diffuso e sentito soprattutto nella provincia Bergamasca. Dove è  nota la  carenza di personale rispetto a quanto previsto nelle piante organiche della PA. Si tratta di un raffronto che merge lampante proprio rispetto alla bassa percentuale di disoccupazione e ricerca, costante,  di mano d’opera anche oltre i confini europei nel settore privato”.

Una situazione davvero complessa, specie se si pensa agli stipendi tabellari del pubblico impiego confrontati con il caro vita. E’ pacifico sotto il profilo economico gli stipendi non sono adeguati al reale costo della vita.

“Si avverte perciò – conclude Papaianni –  il bisogno di una politica non caratterizzata da erogazioni di bonus una tantum, bensì da misure strutturali che affondino le proprie radici all’interno dei principi costituzionali, quali la tutela e la valorizzazione della famiglia, della maternità,  delle politiche della casa e dell’abitare.  I lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno di segnali concreti da parte del governo, tali da trasferire quella sicurezza necessaria a consentire non solo stabilità lavorativa ma anche lo stimolo necessario per una visione serena e positiva del proprio futuro”.