Investimenti, stabilità e meno burocrazia, le priorità Uil per la scuola pubblica
Va avviato un processo di graduale avvicinamento agli altri paesi europei della percentuale tra spesa per istruzione e spesa pubblica.
Non si può più perdere tempo. Serve una politica di interventi e di sostegno alla scuola pubblica con un graduale avvicinamento agli standard europei nel rapporto tra spesa per l’istruzione e spesa pubblica. L’Italia risulta all’ultimo posto in Europa per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,1% fronte del 2,2% dell’Ue a 27) e al penultimo posto, seguita solo dalla Grecia, per percentuale di spesa in istruzione (l’8,5% a fronte del 10,9% dell’Ue a 27).
In rapporto al Pil, la spesa per l’istruzione in Europa è del 6,1%, in Italia è del 4,8%.
Per questo sottolinea – il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna – vanno predisposte misure che portino al riconoscimento del lavoro a partire dal rinnovo del contratto per il triennio 2014-16 e ad un piano triennale di adeguamento degli stipendi, ormai non più sostenibili per una professione così importante.
La scuola – aggiunge Di Menna – ha bisogno di stabilità. Serve un piano di immissioni in ruolo sui posti vacanti in organico di diritto; incarichi pluriennali; organico funzionale pluriennale; reti di scuola.
Sarebbe il momento anche di operare una vera ‘rivoluzione ministeriale’ – continua il segretario generale della Uil Scuola – che trasformi il ministero da organo di gestione a struttura servente, di supporto e monitoraggio con una forte caratterizzazione tecnico-professionale.
Ci sono misure che possono essere realizzate subito, per essere operative a partire dal prossimo anno scolastico – mette in chiaro Di Menna: le immissioni in ruolo per il personale Ata, l’organico di rete, l’individuazione delle risorse per il pagamento degli scatti di anzianità per il terzo anno (2012) del blocco contrattuale.
Non si può stare fermi. Non sono permesse distrazioni su un tema così delicato come la scuola.
Il Governo apra subito un confronto con il sindacato. Nella scuola occorre passare dalle elencazione dei problemi alle soluzioni possibili.
Al nuovo Governo – conclude Di Menna – si chiede una politica decisamente europeista, che ci avvicini ai livelli degli altri paesi europei, spirito di servizio, sobrietà, capacità di recuperare l’alto valore della politica che, puntando su cultura, sapere, istruzione, favorisca la capacità del nostro Paese di affrontare le difficili nuove sfide valorizzando le tante energie positive che abbiamo nello studio, nella ricerca, nel lavoro.