02/08/2016
Chiamata diretta: Sindacati ricorrono al TAR
Si tratta di provvedimenti irragionevoli e contraddittori sul piano amministrativo che, dicono i sindacati, violano la trasparenza della pubblica amministrazione visto che non si fondano su criteri chiari e condivisi, lasciando troppo spazio a decisioni arbitrarie.
Sono anche in contrasto con importanti principi costituzionali, dalla libertà di insegnamento, ai diritti dei lavoratori, alla contrattazione. E infatti i sindacati chiederanno al giudice amministrativo di rimettere la legge 107 del 2015 alla Corte Costituzionale per la illegittimità delle norme che disciplinano la cosiddetta “chiamata diretta” che è in contrasto con alcuni articoli della Costituzione (art. 2, 3, 97 ecc.).
Questa materia avrebbe potuto essere regolata da una specifica intesa contrattuale, già delineata con soddisfazione di tutte le parti, che avrebbe garantito i diritti dei docenti e la correttezza delle procedure.
Ma la Ministra ha rovesciato il tavolo venendo meno agli impegni presi. Il ricorso alle vie legali diventa inevitabile perché la procedura imposta sta causando danni, scontento e contenzioso con grave lesione della loro dignità professionale.