17/11/2020
Considerazioni ipotesi di CCNI (contratto integrativo) : DAD e DDI
Considerazioni della UIL Scuola Lombardia
in riferimento all’ipotesi di CCNI(contratto integrativo)
siglato da alcuni sindacati con la Ministra sulla Didattica Integrata,
ma non firmato dalla UIL scuola.
Link : Ipotesi di contratto e nota del Ministero
Il testo sulla didattica a distanza (DAD) nasce sull’onda dell’emergenza e per noi tale deve rimanere, come già anche rimarcato dal segretario nazionale della UIL scuola Pino Turi.
La didattica integrata (DID) è altra cosa!
Le incongruenze non sono formali ma sostanziali:
- in primo luogo la legge di conversione del decreto legge fa riferimento alla DAD, Didattica a Distanza, inventata in piena emergenza, a scuole chiuse e non alla Didattica Digitale Integrata.
- La didattica digitale integrata, invece, è quella che si svolge a scuole aperte, in questo momento di nuova emergenza pandemica, inapplicabile.
La DDI presume una preparazione di tutto il personale educativo non solo su base volontaria oppure in riferimento alle proposte del singolo istituto scolastico, ma con idee chiare su competenze da sviluppare specialmente attraverso una adeguata formazione dei docenti.
- L’applicazione della didattica integrata, come elemento complementare e non sostitutivo della didattica in presenza, sta avendo applicazioni diverse nelle regioni italiane a seguito delle decisioni assunte dai Governatori in contrapposizione con il ministro. Questo porterebbe alla regionalizzazione che è stata fortemente combattuta dalle OO.SS. e si sperava archiviata.
- E’ da inserire in questo contesto la legge n. 41 che definisce l’obbligo di garantire la didattica a distanza, ma nell’ambito delle emergenza e solo nel caso del perdurare dell’emergenza e di comporre con le organizzazioni sindacali rappresentative (un regalo all’Anief firmataria dell’ipotesi) un contratto integrativo che definisse diritti ed obblighi del personale.
- La legge ha stabilito di contrattare la DAD che è altra cosa.
Pertanto diciamo no ad un obbligo senza regole chiare imposto da un contratto integrativo politico non rispondente specialmente alla tutela e anche al riconoscimento economico dei docenti che dovrebbero attivarla.
Il Covid ha fatto emergere le mancanze della scuola italiana non al passo della realtà.
Ma i problemi non si risolvono con un frettoloso contratto integrativo nei quali non vengono evidenziati: criteri, modus operandi, fondi, tempi, norme della privacy, diritti e doveri.
Un accordo di quel tipo, lascerebbe troppa libertà di interpretazione al singolo, sia docente, sia Dirigente Scolastico, sia genitore/alunno.
Tutti i lavoratori della scuola hanno la necessità di linee chiare e di facile interpretazione.
La Segreteria Territoriale Uil Scuola Brescia