22/01/2019
DDL Semplificazioni: ci finisce anche la scuola. Turi: blocco dei 5 anni e proroga Gae pessima demagogia
Una irresponsabile sottovalutazione della questione o il presupposto per nuovi tagli.
La scuola si governa con la condivisione e il dialogo, non con i divieti e il dirigismo.
La continuità didattica è un valore condiviso che non si raggiunge con i divieti e gli obblighi, studenti e famiglie lo sanno bene, – commenta il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi – ma con strumenti contrattuali che hanno dimostrato di essere molto più efficaci dei divieti che portano ai contenziosi.
L’obbligo, generalizzato per legge, di permanenza di cinque anni sul posto assegnato, è frutto di propaganda e demagogia, di chi la scuola non sa neanche cosa sia.
Poi la propaganda si sgonfierà, come è già stato in passato, e resteranno i problemi.
Ci auguriamo un chiarimento con il ministro sulle reali intenzioni di questo governo che non può non partecipare alle scelte – anche parlamentari – che si intendono operare sulla scuola. E’ una responsabilità politica – aggiunge Turi – presa anche in coerenza con il confronto avviato positivamente con il sindacato.
Prorogare l’aggiornamento delle Gae, al di fuori di un progetto complessivo per superare la questione precari significa due cose: una irresponsabile sottovalutazione della questione o il presupposto di un ridimensionamento degli organici, di nuovi tagli.
Utilizzare la legge per governare un sistema complesso come quello scolastico, sembra un’irrefrenabile ambizione delle forze politiche tutte protese alla ricerca di consenso facile. Una politica effimera, intrapresa e poi abbandonata da tutti gli Esecutivi.
Per questo il ritorno alle rilegificazione sarebbe, un ritorno al passato. Un passato buio ed inefficiente già sperimentato e, parzialmente abbandonato,che questo Governo ha già verificato nei suoi limiti, e superato, attuando buoni accordi contrattuali che hanno ridimensionato la legge 107, caratterizzata da derive dirigiste.
Il DDL semplificazioni, non solo non semplifica – rilancia il segretario Uil Scuola – ma complica e crea problemi al funzionamento regolare delle sistema scolastico, lancia un ponte politico, in continuità con politiche regressive, già sperimentate con Brunetta, prima, con Renzi, poi, che non possono non vederci fortemente contrari.
Tutte politiche caratterizzate dalla teoria della disintermediazione sindacale, da una logica autoreferenziale che non tiene conto delle persone, gestite algebricamente da un sistema burocratico autoritario fatto di decreti e divieti.
Il Ministro faccia bene i suoi conti, se dovessero passare gli emendamenti annunciati dai relatori al provvedimento, si stravolgerebbe la gestione del personale. Un vero e proprio atto ostile verso il personale e chi lo rappresenta sindacalmente.
Come sempre l’azione della UIL Scuola sarà definita in risposta alle scelte che il Governo vorrà attuare, e sarà basata sull’esigenza prioritaria di rappresentanza del personale e di difesa del modello di scuola laico, statale, autonomo.